CORRIERE  DELLA  SERA    scritto da D'Errico Enzo
Napoli, un' ecatombe nella voragine

Sei i cadaveri recuperati, di altre sei persone e' scomparsa ogni traccia. La sorella di una delle vittime: " Ho afferrato Emilia per una mano ma non ce l' ho fatta a trattenerla. E' scivolata giu' nell' abisso urlando "
------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Lo scavo procede lentamente, si temono altri crolli. La volta della galleria, cedendo, avrebbe troncato le tubature del gas TITOLO: Napoli, un' ecatombe nella voragine Sei i cadaveri recuperati, di altre sei persone e' scomparsa ogni traccia La sorella di una delle vittime: "Ho afferrato Emilia per una mano ma non ce l' ho fatta a trattenerla E' scivolata giu' nell' abisso urlando" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - NAPOLI . Dodici vite ingoiate in un attimo. Dodici storie finite in fondo a un cratere che sembra una porta spalancata sull' inferno. Quando il sole torna a illuminare il tetro scenario del disastro, Napoli comincia a contare le sue vittime. Di alcune rimarra' soltanto il nome, un' iscrizione funebre da consegnare al pianto dei parenti. Di altre, invece, restera' appena qualche frammento, ammucchiato in una cassettina di legno. Ventiquattr' ore dopo la sciagura di Secondigliano, all' estrema periferia della citta' , la voragine aperta dallo scoppio di una condotta del gas sembra la bocca di un demonio spalancata sotto il cielo blu cobalto. Carabinieri e vigili del fuoco finora sono riusciti ad estrarre soltanto sei cadaveri: altre sei persone sarebbero sepolte sotto l' immenso rigurgito di polvere, asfalto e massi. Ogni verbo va ancora declinato al condizionale. Lo scavo, infatti, procede lentamente: si temono, ad esempio, altri crolli o nuovi smottamenti del terreno. Perfino il brogliaccio delle ipotesi appare tuttora confuso. Potrebbe aver ceduto la volta della galleria che stavano scavando nel sottosuolo di Secondigliano per collegare l' Asse mediano al centro della citta' . Se fosse andata cosi' , sarebbe stata la frana a danneggiare le condutture del metano, provocando la terribile esplosione che ha risucchiato poi un' ala della vecchia palazzina all' angolo del quadrivio e tutto quello che si trovava nei paraggi. Fra le piste seguite, questa sembra la piu' solida. Anche sul mesto elenco delle vittime grava l' ombra del dubbio. Fra i corpi recuperati, ci sono quelli di quattro operai che lavoravano nel cantiere: Mario De Girolamo, 47 anni; Giuseppe De Luca, di 29; Alfonso Scala, di 42; Giuseppe Petrollesi, di 55. Un quinto muratore, Michele Sparaco di 53 anni, e' ancora sepolto nella galleria: non esistono speranze di ritrovarlo vivo. La sua e' una delle sei vite che la bocca del demonio ha ingiottito e non vuol restituire. La stessa sorte e' toccata a Emilia Laudati, una ragazza di 21 anni che abitava con la famiglia al piano rialzato della palazzina finita in briciole. Sua sorella Antonietta s' aggira inebetita tra la folla e balbetta disperata: "Stavamo nella nostra stanza, quando il pavimento ha cominciato a tremare. Sono riuscita a fare due passi e ho visto la casa scomparire all' improvviso. D' istinto ho afferrato la mano di Emilia, ma non ce l' ho fatta a trattenerla: e' scivolata giu' urlando, trascinata nell' abisso da una nuvola di polvere e fuoco". Chissa' quando riusciranno a toglierle di dosso quell' enorme manto di calcinacci che la tiene ancorata al fondo della voragine. E chissa' quando il cratere, largo quasi trenta metri e profondo una ventina, svelera' tutti i suoi terribili segreti. Basta sporgersi oltre l' orlo sbrecciato, per vedere come e' fatto l' inferno. Gli occhi piombano in una scena da girone dantesco, macabra copia di un' illustrazione firmata Dore' . Sembra quasi un panorama esotico fotografato al negativo: da una feritoia aperta nella roccia, piove una cascata di liquami che scende a balzelli verso il cuore della gola, dove si snoda come un serpente prima di rituffarsi nel sottosuolo; dalla montagna di detriti che costeggia l' immondo fiumiciattolo, si levano colonne di fumo simili a sbuffi di zolfo esalati dal profondo dell' inferno; una temperatura da fornace brucia la pelle ed intorno avverti l' alito rovente del demonio, l' affanno doloroso che vien su dagli inferi. Tutto e' grigio, senza colore. Come il mucchio di cenere rovesciato dall' abitacolo di una Fiat Uno estratta dalle macerie. Ora sembra una scatola di sardine, ma li' dentro c' erano tre uomini: l' architetto Pasquale Silvestro, di 28 anni, e due suoi amici, Ciro Vastarella e Francesco Caliendo. Stavano oltrepassando l' incrocio, quando la strada li ha ingoiati. I becchini adesso raccolgono i loro resti frugando in quel tappeto di cenere sparso sul terreno. Ma l' unico identificato finora e' il giovane architetto. La gru ripesca una Seat Ibiza maciullata. All' interno c' e' il cadavere carbonizzato di Francesco Russo, 54 anni, proprietario di un pub che si trova al piano terra dell' edificio crollato. Il locale doveva essere inaugurato ieri sera. L' esplosione l' ha sventrato: si scorge il bancone di legno chiaro con accanto la dispensa piena di boccali da birra. E' una delle quinte di quest' apocalisse, dove due fantasmi vagano ancora senza pace. Serena De Santis aveva appena 13 anni e la sua amica Stefania Bellone poco piu' del doppio: erano in sella ad una Vespa quando l' asfalto s' e' squarciato. Per tutta la notte, i parenti le hanno cercate nelle strade di Secondigliano, mostrando una foto che le ritraeva insieme sorridenti. Ma la bocca del diavolo le aveva gia' divorate, trasformando il loro sorriso in una smorfia impietrita di dolore. La stessa che restera' scolpita a lungo sul volto di un' intera citta' .

                                                                                    Home